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Cariolante.
La figura del cariolante (in sardo "s'accarruciadori") viene rappresentata da un uomo con un badile in mano mentre si sta asciugando il sudore dalla fronte. Si tratta della caratteristica figura del "cariolante", attualmente scomparsa a seguito delle innovazioni tecnologiche, ma che fino al secolo passato era una componente molto importante del proletariato rurale. In Sardegna, la sua presenza è stata indispensabile in passato per dare vita alle grandi opere di bonifica e dissodamento che hanno permesso di "strappare" al mare del territorio che sottostava alla palude e alla malaria. La nostra Isola si servì di queste oscure comparse della storia per realizzare i grandi lavori di rettifica o deviazione di tutto l'impianto fluviale della regione. Questi operai, manovrando per più mesi pale, badili e carriole, hanno consentito lo scavo di milioni di metri cubi di terreno realizzando nuovi alvei per i fiumi, proteggendo il delicato eco-sistema lagunare e vallivo, e soprattutto mettendo in sicurezza decine di paesi che storicamente erano sottoposti alle minacce dello straripamento durante la stagione delle piene che si verificava regolarmente durante il disgelo primaverile e a compimento delle piogge autunnali. Inoltre venivano utilizzati per la costruzione di ferrovie e strade, e con la carriola, pala e piccone come le formichine a poco a poco, smuovevano masse enormi di materiali e detriti. Nelle case non c'era da mangiare e per questo venivano assunti alla giornata gli operai nell'ambito dei cantieri, e ciò consentiva almeno un salario – per la verità assai ridotto – ma che comunque consentiva di vincere la miseria. Lavori che oggi a pensarci appaiono impossibili, eppure migliaia di braccia li hanno trasformati in realtà. È l'incredibile forza dell'uomo.

Come si svolgeva la giornata?
Erano tutte uguali. Molto spesso non si tornava a casa perché i luoghi delle opere erano molto distanti. Spalavano e trasportavano tutto il giorno seguendo vari progetti nell'ambito delle attività dei consorzi di bonifica o delle Autorità civili e militari. Venivano rifatti gli alvei di alcuni fiumi, l'apertura di strade e linee ferroviarie, grandi lavori di edilizia e movimentazione materiali. Le giornate per il resto erano tutte uguali, sveglia all'alba, lavoro fino alle 12, pranzo, riposo e poi ripresa fino alle 17. Poi, se possibile, a casa, quando non si andava lontano o altrimenti si doveva soggiornare in cameroni costruiti appositamente.

Come veniva organizzato il lavoro?
Gli operai venivano retribuiti con un salario e nelle squadre organizzate vigeva una certa solidarietà. I "capi" trattavano bene i loro componenti, e pur trattandosi di un mestiere molto faticoso non si trattava di lavori forzati, anche se di fondo esisteva un paradosso per una questione molto semplice. Il Regime Fascista si trovava a che fare con una crisi di lavoro senza precedenti, è per questo che nacquero organismi che assumevano centinaia di migliaia di disoccupati facendoli lavorare nella costruzione delle grandi infrastrutture, o nei lavori di ricalibrazione dei fiumi. Così le grandi opere venivano realizzate con personale a salario ridotto che almeno avevano di che vivere, ma soprattutto non causava problemi di rivolte per il pane. Esistevano naturalmente anche all'epoca escavatrici e trattori, ma se fossero stati utilizzati avrebbero sottratto lavoro a molti operai.

Cariolanti al lavoro
Cariolanti negli anni 30 durante la costruzione della fondazione di un manufatto idraulico.

 

Mondo etnografico Pippo Murenu - Guamaggiore